I mercati finanziari hanno subito uno scossone quando il presidente della Federal Reserve di Boston, Susan Collins, ha segnalato che potrebbero esserci altri aumenti dei tassi di interesse all’orizzonte.
Quando la notizia si è diffusa a Wall Street, i principali indici azionari statunitensi come il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq sono scesi. Le ripercussioni non hanno risparmiato il mercato delle criptovalute: anche il Bitcoin ha subito un leggero calo.
Un occhio attento all’inflazione
Collins ha sottolineato la necessità che la banca centrale proceda con cautela, affermando che un ulteriore inasprimento potrebbe essere giustificato.
“Nel complesso, siamo ben posizionati per procedere con cautela in questo contesto economico incerto, riconoscendo i rischi ma rimanendo risoluti e dipendenti dai dati, con la flessibilità necessaria per adeguarsi al mutare delle condizioni…. Un ulteriore inasprimento potrebbe essere giustificato”, ha dichiarato Collins.
Questa cautela deriva dalle preoccupazioni per l’inflazione che hanno avuto un impatto anche su altre aree economiche. Ad esempio, l’impennata dei prezzi globali del petrolio ha fatto prevedere agli analisti che l’inflazione potrebbe rimanere elevata più a lungo.
Mentre la Federal Reserve si prepara a pubblicare il suo sondaggio beige sulle condizioni economiche e aziendali, gli operatori e gli investitori tengono d’occhio con cautela tutti i dati che potrebbero offrire indizi sul futuro dei tassi d’interesse.
“La pazienza ci darà il tempo di separare meglio il ‘segnale’ dal ‘rumore’, mentre valutiamo i dati disponibili, e di bilanciare i rischi, dato che gli effetti di una politica più restrittiva continuano ad agire nell’economia”, ha aggiunto Collins.
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Nonostante la cautela della Federal Reserve, i recenti dati dell’Institute for Supply Management (ISM) relativi al settore dei servizi statunitense hanno suggerito il persistere di pressioni inflazionistiche che potrebbero giustificare il mantenimento di tassi di interesse elevati.
“Il tasso di crescita del settore dei servizi è aumentato, come dimostrano gli incrementi di tutti e quattro i sottoindici che concorrono a formare il PMI dei servizi e l’accelerazione delle consegne ai fornitori. Il sentimento tra gli intervistati del Business Survey Committee varia a seconda del settore; tuttavia, la maggioranza dei partecipanti al panel è positiva riguardo alle condizioni economiche e commerciali”, ha dichiarato Anthony Nieves, Presidente dell’IMS.
Nel frattempo, l’attività manifatturiera in economie globali come la Germania, la Gran Bretagna e l’Eurozona è diminuita. Questi segnali contrastanti rappresentano uno scenario complesso per il processo decisionale della prossima riunione della Fed.
Reazione delle criptovalute e delle azioni
Nel mercato azionario, il settore tecnologico ha guidato il calo. Ad esempio, l’indice S&P 500, spesso considerato il miglior indicatore delle azioni statunitensi, ha subito una flessione, aprendo a 4.484,81 e scendendo dello 0,27%. Poiché i titoli tecnologici costituiscono una parte sostanziale di questo indice, l’S&P 500 è molto sensibile alle variazioni dei tassi di interesse.
Allo stesso modo, il Nasdaq Composite, un indice fortemente ponderato sulle società tecnologiche, ha aperto a 13.977,26 ma è sceso dello 0,31%. Le società tecnologiche, che spesso dipendono dalla disponibilità di capitali a basso costo per la crescita e la ricerca e sviluppo, sono generalmente più sensibili ai rialzi dei tassi.
Pertanto, un potenziale aumento dei tassi di interesse potrebbe rallentare l’innovazione e creare ostacoli per le start-up e i colossi affermati.
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Il Dow Jones Industrial Average ha iniziato la giornata a 34.565,04 ma è sceso dello 0,22%, perdendo 76,93 punti. L’indice, che da tempo misura lo stato di salute dei titoli industriali statunitensi, deve fare i conti con i venti contrari derivanti dall’incombente rialzo dei tassi. Le società blue-chip consolidate del Dow potrebbero veder aumentare i loro costi di finanziamento, con ripercussioni sui piani di espansione e sulla distribuzione dei dividendi.
In particolare, il Bitcoin è sceso dell’1,50% a 25.399 dollari, forse un sottile cenno all’incertezza degli investitori in un contesto economico imprevedibile.
In questo contesto, gli investitori stanno valutando diversi fattori. Alcuni, come Jeremy Grantham, hanno lanciato l’allarme sulla potenziale recessione e sull’incombente crisi del debito.
“L’intelligenza artificiale è molto importante. Ma forse è troppo poco e troppo tardi per salvarci da una recessione. Le forze deflazionistiche derivanti dalla rottura dei titoli tecnologici nel 2021 sono probabilmente troppo grandi. Il potere dei tassi d’interesse che aumentano e deprimono il mercato immobiliare: un’influenza molto negativa e lenta. Sospetto che queste forze torneranno a dominare e che avremo una recessione che durerà forse fino al prossimo anno, con un conseguente calo dei prezzi delle azioni”, ha dichiarato Grantham.
Altri rimangono ottimisti, indicando nella forte performance del settore dei servizi un segnale di tenuta dell’economia statunitense.
Mentre la Federal Reserve tiene le carte coperte, i mercati sono in stato di allerta e valutano le implicazioni economiche più ampie di un eventuale rialzo dei tassi.
La palla è nel campo della Federal Reserve e il mercato finanziario la osserva con attenzione, pronto a modificare le strategie in base ai dati e alle decisioni che verranno prese.
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