La Corea del Sud sta intensificando la repressione dell’uso delle criptovalute da parte della Corea del Nord per finanziare i suoi programmi di armamento illeciti. Il 29 agosto, il presidente Yoon Suk Yeol ha annunciato il progetto di un nuovo disegno di legge che prende di mira i beni virtuali nordcoreani.
L’iniziativa segue 10 mesi di rigorose deliberazioni per rafforzare le sanzioni esistenti in Corea del Sud contro il suo vicino settentrionale.
Il disegno di legge propone di “tracciare e neutralizzare” le criptovalute
L’anno scorso, una prima bozza è stata restituita dal presidente, che ha insistito sul fatto che includesse “misure pratiche per rafforzare la sicurezza nazionale”. Inoltre, il disegno di legge rivisto ora incorpora strategie specifiche per “tracciare e neutralizzare” le criptovalute che la Corea del Nord ha rubato attraverso attacchi informatici.
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Yoon ha dichiarato di voler sottolineare “la necessità di dissuadere attivamente la Corea del Nord dal rubare criptovalute, inviare lavoratori all’estero, facilitare i trasbordi marittimi e altre attività illegali. Queste sono le principali fonti di finanziamento per il suo sviluppo nucleare e missilistico”.
Questi elementi rendono l’attuale bozza più solida della precedente, proposta dal National Intelligence Service (NIS).
Si ritiene che la Corea del Nord abbia rubato 1,28 miliardi di dollari l’anno scorso
Il crescente successo di Pyongyang nei furti informatici fa da sfondo a questa iniziativa legislativa. Le stime dell’intelligence sudcoreana rivelano che la Corea del Nord ha rubato 1,28 miliardi di dollari di Bitcoin ed Ethereum solo nel 2022.
Yoon Han-hong del People Power Party ha evidenziato che circa 52,46 milioni di dollari provenienti da gruppi di hacker nordcoreani sono probabilmente transitati attraverso gli scambi di criptovalute sudcoreani. Ad aggiungere ulteriore urgenza è il volume delle attività cyber-criminali della Corea del Nord, legate al suo programma missilistico.
Secondo Chainalysis, negli ultimi cinque anni gli hacker nordcoreani hanno accumulato oltre 3 miliardi di dollari. Successivamente, Anne Neuberger, vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha rivelato che metà del programma missilistico della Corea del Nord viene finanziato attraverso attacchi informatici e furti di criptovalute.
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Queste rivelazioni fanno eco alle preoccupazioni sollevate dagli esperti che hanno fatto rapporto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Essi hanno accusato la Corea del Nord di incanalare i fondi provenienti dai crimini informatici nei suoi sforzi nucleari e missilistici.
“Con l’apertura delle frontiere da parte della Corea del Nord, di recente i suoi lavoratori in Cina e in Russia stanno rispedendo al regime il denaro guadagnato…
Inoltre, in molti casi, gli hacker nordcoreani usano le banche cinesi per scambiare le criptovalute che hanno rubato, quindi c’è spazio per la cooperazione con la Cina e la Russia per quanto riguarda la questione della Corea del Nord”, ha concluso Yoon.
L’attenzione legislativa della Corea del Sud va oltre questa singola legge. L’amministrazione Yoon intende istituire un comitato nazionale per la sicurezza informatica direttamente sotto la giurisdizione del presidente. Questo comitato mira a rafforzare le difese della Corea del Sud contro i tentativi di hacking stranieri.
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