Non solo tasse. Nella bozza della Manovra 2026 appena varata dal governo italiano c’è anche una novità strutturale per il settore delle criptovalute in Italia. Il testo, all’articolo 13, propone di istituire un “Tavolo permanente di controllo e vigilanza sulle cripto-attività e la finanza innovativa”.
Si tratta di un nuovo organo pensato per coordinare tutte le principali autorità italiane. Lo scopo è creare una strategia unica per monitorare il settore, proteggere gli investitori e prevenire frodi e riciclaggio. È bene ricordare che la Manovra è una bozza e il testo finale che uscirà dal Parlamento entro fine anno potrebbe essere diverso.
SponsoredArriva il Tavolo permanente di controllo e vigilanza sulle criptovalute
La bozza di legge delinea con precisione la struttura e i compiti di questo nuovo organismo. Se approvato, il Tavolo sarà istituito formalmente con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) entro 60 giorni.
La sua vera forza sta nella composizione. Non sarà un comitato tecnico isolato, ma un vertice che metterà insieme tutti i principali controllori dello Stato. Ne faranno parte rappresentanti del Ministero dell’Economia, della Guardia di Finanza, della CONSOB (l’autorità di vigilanza sulla Borsa), della Banca d’Italia e dell’Unità di informazione finanziaria (l’organo antiriciclaggio).
SponsoredUn aspetto importante è che il Tavolo non sarà chiuso alle sole istituzioni. Il testo prevede la partecipazione anche delle “associazioni più rappresentative del settore” e di “esperti accademici”. L’idea è di far dialogare chi controlla con chi opera sul mercato, per creare regole e strategie che siano efficaci e realmente applicabili.
I compiti del Tavolo sono chiari:
- Monitorare costantemente i rischi del settore.
- Creare una strategia nazionale per prevenire frodi e abusi.
- Scrivere un protocollo di legalità per combattere il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.
- Redigere rapporti periodici per analizzare l’evoluzione del mercato e proteggere i consumatori.
- Promuovere iniziative di educazione finanziaria, per aiutare i cittadini a usare questi strumenti in modo consapevole.
Infine, la bozza precisa che la partecipazione al Tavolo sarà a titolo gratuito, quindi senza costi aggiuntivi per lo Stato.
Il rapporto tra Italia e criptovalute
L’istituzione di questo Tavolo segna una nuova fase nel rapporto tra l’Italia e gli asset digitali. Per molti anni, l’Italia ha vissuto in una sorta di “limbo” normativo. La politica e il legislatore sembravano non sapere come inquadrare Bitcoin e le altre valute digitali.
Il primo vero passo per uscire da questa zona grigia è stato l’istituzione del registro VASP presso l’Organismo Agenti e Mediatori (OAM). Questo registro, obbligatorio per gli exchange e altri operatori, non aveva finalità fiscali o di vigilanza sui mercati, ma serviva esclusivamente a censire gli operatori e a imporre loro le regole base dell’antiriciclaggio.
La seconda fase è iniziata con la Legge di Bilancio 2023, che per la prima volta ha creato un quadro fiscale specifico, affrontando la questione delle tasse crypto in Italia, portate al 26% sulle plusvalenze (con la franchigia di 2.000 euro poi rimossa).
Adesso, con questa bozza, entriamo nella terza fase: quella della governance. Con l’entrata in vigore del regolamento europeo MiCA, che assegna compiti precisi a Consob e Banca d’Italia, c’è il rischio che le diverse autorità agiscano in modo scoordinato. Il settore delle criptovalute tocca infatti temi diversi: la stabilità finanziaria (Banca d’Italia), la trasparenza dei mercati (Consob), i reati fiscali (Guardia di Finanza) e il riciclaggio (UIF).
Il Tavolo permanente serve proprio a questo: mettere tutti allo stesso tavolo per coordinare le azioni, scambiarsi informazioni ed evitare che ci siano “buchi” nella vigilanza. È il tentativo dell’Italia di passare da un approccio reattivo e frammentato a una supervisione stabile e proattiva della finanza digitale.
È una mossa innovativa ma allo stesso tempo tardiva: mentre altri paesi studiano la possibilità di avere riserve in asset digitali, l’Italia sta ancora osservando la situazione e nonostante la presenza di un intergruppo parlamentare su “Asset Digitali, Blockchain e Bitcoin” istituito dal deputato di Fratelli d’Italia Marcello Coppo, sembra che sia sempre e solo la Legge di Bilancio ad affrontare il tema crypto e solo da un lato: quello delle tasse.