In una recente intervista, Sergey Nazarov, cofondatore di Chainlink, ha sottolineato che le banche, a differenza delle startup, non hanno iniziato il loro percorso con la tecnologia blockchain, il che le pone in una posizione di svantaggio quando si tratta di adottarla.
“Le banche hanno investito molto nella sicurezza delle loro infrastrutture esistenti e hanno formato molte persone per utilizzarle, il che è molto diverso dalle startup”, ha dichiarato.
Le banche adottano con cautela la Blockchain a causa degli investimenti di SWIFT
In un’intervista del 19 settembre, il cofondatore di Chainlink, Sergey Nazarov, ha spiegato come i significativi investimenti delle banche di tutto il mondo nell’infrastruttura SWIFT rendano più complicata l’adozione della blockchain nei propri sistemi.
SponsoredSWIFT domina il mondo bancario come metodo più semplice per i pagamenti e i regolamenti internazionali.
“Le banche si affidano a questi sistemi, vi attribuiscono enormi quantità di valore e non se ne liberano… l’unico modo in cui le banche saranno in grado di utilizzare la blockchain in modo efficiente è a partire dalla loro infrastruttura esistente”.
Spiega che l’esperimento Cross-Chain Interoperability Protocol (CCIP) di Chainlink con diverse banche importanti ha dimostrato tre risultati chiave.

L’esperimento ha dimostrato che le banche possono facilmente collegarsi a numerose reti blockchain utilizzando la loro infrastruttura SWIFT esistente, richiedendo uno sforzo minimo. Ciò consente un’interazione efficiente con molte catene, sia pubbliche che private.
Blockchain semplifica la collaborazione tra banche e blockchain
Inoltre, facilita le transazioni interbancarie efficaci tra le varie catene e le catene private possono ora connettersi senza problemi con quelle pubbliche.
Secondo Nazarov, ciò consente il trasferimento di valore dal settore bancario privato all’industria pubblica della blockchain, con un impatto significativo su entrambi i settori.
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“Le banche stanno esplorando sempre più casi d’uso che coinvolgono gli asset tokenizzati, con il 93% degli investitori istituzionali che crede nel loro valore a lungo termine, secondo un recente rapporto di EY”.