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La BCE avverte sui rischi delle stablecoin: crescente legame tra crypto e finanza tradizionale

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Scritto e revisionato da
Eleonora Spagnolo

24 novembre 2025 23:03 CET
Affidabile
  • Una ricerca della BCE evidenzia come le stablecoin possano avere dei rischi sistemici.
  • Il caso di scossoni un calo della fiducia porterebbe al depegging e alla vendita delle loro riserve.
  • La BCE invoca maggiore coordinamento normativo internazionale per evitare pericoli di contagio
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La Banca Centrale Europea (BCE) lancia l’allarme sui rischi potenziali delle stablecoin per la stabilità finanziaria, dato il loro crescente intreccio con i mercati finanziari globali. Un improvviso crollo di fiducia in asset come Tether (USDT) e USD Coin (USDC) potrebbe avere effetti a catena ben oltre il settore crypto.

Secondo una ricerca della Banca Centrale Europea che anticipa la diffusione della “Financial Stability Review” una crisi potrebbe avere ripercussioni sull’economia reale, specialmente considerando che le stablecoin ancorate al dollaro detengono quantità rilevanti di Titoli del Tesoro USA.

Crescita delle stablecoin e minacce sistemiche emergenti secondo la BCE

Le stablecoin stanno vivendo una crescita senza precedenti, favorite dall’uso dominante negli scambi crypto e dalla funzione come equivalente digitale della valuta fiat. La BCE segnala che la loro capitalizzazione globale ha superato i $280 miliardi a novembre 2025, arrivando a rappresentare circa l’8% del mercato crypto. USDT e USDC dominano gli scambi sulle piattaforme digitali e sono ormai tra i maggiori acquirenti di titoli di Stato USA.

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Tale espansione preoccupa i regolatori. Solo nel 2024, Tether ha acquistato quasi $50 miliardi in Treasury, seconda solo alla Cina, mentre Circle (emittente di USDC) ne ha accumulati circa $20 miliardi. Queste riserve si avvicinano a quelle dei maggiori fondi monetari mondiali. Se in una crisi gli investitori ritirassero capitali in massa, si rischierebbe una vendita massiccia di asset, con onde d’urto anche fuori dal mondo crypto.

La BCE sottolinea che questo scenario avrebbe conseguenze oltre il mercato crypto, data la connessione delle stablecoin con la finanza tradizionale:

“Data l’importanza delle stablecoin nell’ecosistema delle criptovalute, un forte shock negativo che le colpisse sarebbe dannoso per i mercati delle criptovalute. Tuttavia, anche altri segmenti di mercato potrebbero risentirne a causa di effetti di ricaduta e di secondo impatto, compresi quelli derivanti dagli effetti ricchezza e dalle interconnessioni con la finanza tradizionale.”, si legge nella nota della BCE.

L’adozione per i pagamenti quotidiani resta limitata (meno dello 0,5% delle transazioni), ma l’uso come riserva di valore potrebbe provocare deflussi dai depositi bancari e ridurre le riserve degli istituti. Uno shock improvviso colpirebbe sia gli asset digitali sia i mercati del debito sovrano, minando la stabilità complessiva.

Punti critici: riserve in Treasury e lacune normative

Il nodo centrale resta la natura delle riserve. Sia Tether sia Circle hanno sostituito asset bancari tradizionali con Treasury USA come garanzia primaria. Un’ondata di riscatti non solo comporterebbe un elevato rischio di depeg, ma obbligherebbe a una vendita rapida delle riserve, mettendo a rischio la liquidità del mercato dei titoli di Stato USA, pilastro della finanza globale.

La BCE avverte anche sui pericoli dell’arbitraggio normativo: le differenze regolamentari tra USA ed Europa creano spazi di rischio non monitorati. Il regolamento europeo MiCAR impone limiti stringenti, come il divieto di offrire interessi sulle stablecoin, per prevenire fughe dai depositi bancari. Tuttavia, la mancanza di uniformità normativa globale apre la porta a nuove criticità.

Le previsioni indicano che, senza interventi, il comparto delle stablecoin potrebbe superare i $2.000 miliardi entro il 2030, amplificando i rischi sistemici. Per questo, la BCE sollecita una maggiore armonizzazione internazionale dei controlli per evitare falle sfruttabili dagli operatori digitali.

Prospettive future: vigilanza, policy e coordinamento internazionale

Attualmente, il rischio per la zona euro appare limitato: l’adozione locale riguarda quasi esclusivamente il trading crypto e non ha intaccato il sistema bancario. Tuttavia, la BCE ribadisce la necessità di monitorare costantemente questi sviluppi e coordina le iniziative regolamentari tramite MiCAR e la partecipazione ai tavoli internazionali come G20 e Financial Stability Board. Se la crescita delle stablecoin dovesse continuare senza freni, il pericolo sistemico rischia di manifestarsi in modo improvviso e più ampio.

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