Il CEO di Tether, Paolo Ardoino, ha respinto le affermazioni del Wall Street Journal secondo cui le autorità federali statunitensi stanno indagando sulla società per possibile riciclaggio di denaro.
Il WSJ ha pubblicato oggi un rapporto esclusivo che sostiene che l’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti a Manhattan sta indagando sul fornitore di stablecoin. Le possibili accuse si concentrerebbero su se terze parti hanno usato la piattaforma di Tether per facilitare attività illegali come il traffico di droga, il finanziamento del terrorismo, l’hacking o per mascherare i proventi di tali crimini.
Le accuse del WSJ contro Tether fanno brevemente crollare il mercato
Poco dopo il rapporto del WSJ, Ardoino ha dichiarato che Tether non ha osservato alcun indizio di un’indagine federale. Tuttavia, la pubblicazione, citando fonti anonime, ha suggerito che gli investigatori stanno esaminando se la stablecoin abbia indirettamente supportato entità sanzionate.
Più specificamente, stanno indagando se la stablecoin abbia permesso a trafficanti di armi russi e gruppi, come Hamas, di muovere fondi in modo occulto.
“Come abbiamo detto al WSJ, non c’è indicazione che Tether sia sotto indagine. WSJ sta rimestando vecchie questioni. Punto,” Paolo Ardoino ha scritto.
Il rapporto ha causato immediata volatilità nel mercato delle criptovalute. Bitcoin, che si stava avvicinando alla soglia di 70 000 USD, è sceso significativamente da 67 000 USD a 65 000 USD dopo la notizia. Tuttavia, la rapida smentita di Ardoino ha aiutato a stabilizzare il mercato e i prezzi di Bitcoin sono risaliti a circa 66 700 USD.
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Tether ha affrontato crescenti critiche e controlli da varie parti negli ultimi mesi. A settembre, l’organizzazione di difesa dei consumatori Consumers’ Research ha pubblicato un rapporto che condanna Tether per la sua continua mancanza di trasparenza.
Il rapporto ha criticato la società per non aver condotto un’audizione completa delle sue riserve in dollari, una promessa fatta fin dal 2017. Consumers’ Research ha sollevato preoccupazioni riguardo al possibile coinvolgimento di Tether nel bypassare le sanzioni internazionali, in particolare in paesi come Venezuela e Russia.
Il rapporto ha persino paragonato le pratiche operative di Tether a quelle di FTX, aumentando le preoccupazioni riguardo al modello di business dell’emittente di stablecoin e alla conformità normativa.
Nonostante questi continui controlli, l’emittente di stablecoin sta puntando a diversi sviluppi nel prossimo anno. Recenti rapporti hanno anche suggerito che Tether sta esplorando una mossa nel settore delle materie prime. Se riuscita, la società potrebbe trarre profitto da imprese commerciali a corto di credito.
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