Durante il NapulETH che si è tenuto a Napoli dal 17 al 19 luglio scorsi, tra gli oratori era presente anche il deputato di Fratelli d’Italia Marcello Coppo. Il nostro Jakub Dziadkowiec ha avuto modo di intervistarlo per parlare di un tema che sta a cuore agli investitori in criptovalute del Bel Paese: le tasse crypto in Italia. Ma si è parlato anche di una possibile “riserva strategica di Bitcoin” anche per l’Italia e dell’opportunità di arrivare all’adozione di massa di Bitcoin.
Marcello Coppo, oltre ad essere Deputato, è anche un avvocato e si definisce “molto impegnato nell’offrire competenze legali e leadership politica per il bene comune”. Con una solida formazione legale e una vasta esperienza nel campo giuridico, ha affrontato una serie di questioni complesse a livello legislativo all’interno della Commissione “Lavoro Pubblico e Privato” per rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini.
Tasse crypto in Italia: l’obiettivo è evitare ulteriori aumenti
Una premessa prima di iniziare: Marcello Coppo fa parte del partito di governo che per primo ha normato le tasse crypto in Italia, riconoscendo allo stesso tempo le criptovalute come asset di investimento, ed è intervenuto all’epoca dei lavori per abbassare l’aliquota che in un primo tempo doveva essere del 42%. E proprio questo tema è tutt’altro che chiuso.
Jakub Dziadkowiec (BeInCrypto) – Onorevole Coppo, uno dei primi atti significativi del Governo Meloni è stata l’introduzione di una norma fiscale chiara sulle criptovalute. Come nasce questa scelta politica?
Marcello Coppo (Deputato di Fratelli d’Italia) – Noi riteniamo che qualsiasi ambito dell’economia sia importante e questo è un importante ambito che va normato come tutti gli altri, in modo tale che la gente abbia delle regole chiare da poter seguire e per poter sviluppare nuovi progetti che portino ricchezza nel nostro Paese.
Jakub Dziadkowiec – La normativa riconosce le crypto come asset di investimento ma applica una tassazione importante sulle plusvalenze. È un compromesso efficace secondo lei?
Marcello Coppo – Io sono quello che, più di altri, ha il merito di aver riportato la tassazione al 26%, era arrivata al 42% nella prima proposta. Purtroppo poi è stato aggiunto un pezzo, quello del 33% dal 2026. Io sono fiducioso che si capisca che non è corretto tassare di più questo tipo di attività rispetto a qualsiasi altro reddito da capitale. Ho presentato un ordine del giorno alla Camera dei Deputati e il governo l’ha accolto. Sto lavorando e sono fiducioso, spero quantomeno che ci sia questa parificazione dalla prossima Legge di Bilancio. Purtroppo non posso né assicurarlo né negarlo. La prossima finanziaria parte dal Senato, quindi non mi sarà, diciamo così, possibile intervenire subito. Però c’è il Milleproroghe, che è il provvedimento che si prende alla fine dell’anno, passata la Finanziaria, che invece partirà dalla Camera. Su quello, nel caso in cui non fosse già stato stabilito, proveremo a intervenire quanto meno per posticipare questo aumento.
Bitcoin da riserva strategica a patrimonio dello Stato in Italia
Jakub Dziadkowiec – Negli Stati Uniti si sta spingendo per la creazione di riserva in criptovaluta. È uno scenario che potrebbe interessare anche l’Italia in futuro?
Marcello Coppo – Sono convinto che se non interessa oggi, tanto prima o poi arriverà ad interessare. Anche se l’Italia è uno degli Stati che ha la maggior riserva d’oro al mondo, nulla vieta che magari non avrà poi una riserva in Bitcoin. Ci sono dei problemi da superare, primo fra tutti che non esiste un capitolo di bilancio dove poter visionare quante criptovalute o cripto-attività detenga lo Stato, dopo i sequestri, le confische… certo, [lo Stato, ndr] non si è messo a commerciare in quel settore, anche se Bitcoin sarebbe da prendere in considerazione in tema di diversificazione, secondo me. Vediamo quindi di risolvere quel problema e dopo, una volta che uno sa quanti ne ha sparsi in tutte le procure dopo atti di indagine, possiamo vedere come possono essere utilizzati, come possono essere valorizzati, e, a seconda che vinca l’idea che abbia o non abbia futuro, o andranno liquidati oppure tenuti come riserva strategica. Anche se il termine “riserva strategica” è molto di comunicazione, non è che un qualcosa di tecnico. Sono ovviamente “patrimonio dello Stato”, come patrimonio dello Stato sono molti immobili. E se stiamo a vedere e a parificare, ci sono degli immobili oggi che valevano di più prima. Magari Bitcoin potrebbe essere, in un’ottica di diversificazione del patrimonio, una possibilità per lo Stato.
Dallo scetticismo all’adozione di massa
Sebbene secondo un recente report dell’exchange Gemini l’Italia sia uno dei mercati crypto più maturi in Europa, c’è ancora tanto da fare per diffondere la conoscenza del settore. Questa è l’idea del deputato Coppo.
Jakub Dziadkowiec – Le criptovalute sono spesso viste con sospetto in politica. Crede che nel futuro saranno considerate parte integrante del sistema finanziario oppure resteranno in una nicchia?
Marcello Coppo – Allora, separiamo quello che è Bitcoin, che è una roba seria e le altcoin che possono ancora andare, da quelle che sono, scusate il termine, shitcoin, che è meglio evitare. Quando parlo di cripto-attività parlo della roba seria e non del resto. Però faccio un’altra domanda: se io vado al supermercato e chiedo, in Italia, diciamo alla signora Maria, cioè a qualsiasi persona che posso vedere al supermercato “cosa ne sai delle criptovalute? Cosa ne pensi?” penso che non saremmo molto fortunati nella statistica. Il ragionamento oggi è quello di diffondere la mass adoption.
Jakub Dziadkowiec (BeInCrypto) – Grazie mille per il colloquio.
Marcello Coppo (Deputato di Fratelli d’Italia) – Prego!
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