Justin Sun, fondatore della blockchain Tron, ha esortato la Cina ad adottare un approccio più lungimirante alla politica delle criptovalute.
Il consiglio di Sun arriva nel momento in cui l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump intende posizionare il Bitcoin come un attore chiave nel panorama economico globale, qualora venisse rieletto.
Cina: “accelerare” le politiche sul Bitcoin
Il 18 luglio, Sun ha utilizzato i social media per invitare la Cina a migliorare le sue politiche sul Bitcoin. Ha sostenuto che una maggiore concorrenza tra Cina e Stati Uniti nella regolamentazione dei Bitcoin sarebbe vantaggiosa per l’intero settore.
“La Cina dovrebbe fare ulteriori progressi in questo settore. La concorrenza tra Cina e Stati Uniti nella politica del Bitcoin porterà benefici all’intero settore”, ha dichiarato Sun.
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Mentre Sun si concentra sui potenziali benefici della concorrenza tra le due nazioni per il settore delle criptovalute, gli analisti di mercato suggeriscono che le caratteristiche distintive del Bitcoin come oro digitale potrebbero diventare centrali nelle dinamiche di potere globale. Essi sostengono che il sostegno di Trump al Bitcoin e le sue implicazioni geopolitiche potrebbero spingere la Cina a riconsiderare la sua posizione sull’asset digitale.
“Il Bitcoin e le stablecoin potrebbero contribuire a contrastare l’espansione dell’autoritarismo digitale cinese [e] a sostenere i mercati del debito sovrano degli Stati Uniti”, ha scritto Matthew Pines, ricercatore per la sicurezza nazionale presso il Bitcoin Policy Institute.
È interessante notare che la Cina e gli Stati Uniti, entrambi importanti attori del sistema finanziario globale, sono importanti possessori di Bitcoin. Insieme, detengono circa 400.000 BTC, secondo i dati di Bitcoin Treasuries. Tuttavia, i loro approcci alla regolamentazione delle criptovalute sono apparsi recentemente molto divergenti.
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Politica Criptovalute Stati Uniti
Mentre gli Stati Uniti, sembrano ripensare il settore, la Cina ha preso ampiamente le distanze dalle criptovalute. Dal 2017, la Cina ha limitato lo scambiare criptovalute, vietando alle banche e ai sistemi di pagamento di gestire gli asset digitali. Nel maggio 2021, la People’s Bank of China (PBOC) ha dichiarato illegali tutte le transazioni che coinvolgono Bitcoin e altre criptovalute.
Tuttavia, i critici delle restrizioni, come il professor Wang Yang dell’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong, hanno contestato il divieto cinese sulle criptovalute. Wang ha esortato il governo a riconsiderare la sua posizione sul mining di criptovalute, sottolineando i rischi geopolitici e i potenziali benefici dell’adozione dell’asset digitale.
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