Billy Markus, il cofondatore di Dogecoin, ha recentemente criticato l’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden e l’ex presidente Donald Trump in risposta a un tweet di Elon Musk. Musk ha espresso preoccupazione per la trasformazione dei media tradizionali in entità che sopprimono la libertà di parola.
Markus, noto come Shibetoshi Nakamoto, ha risposto: “Inizia con la T e finisce con la groppa”, alludendo al presunto ruolo di Trump nelle restrizioni alla libertà di parola.
Il co-fondatore di Dogecoin se la prende con Trump e Biden
Questa critica a Trump arriva nel corso della battaglia legale di Musk contro la California per l’Assembly Bill 587, una legge che richiede la divulgazione dei termini di servizio e la lotta alle segnalazioni di incitamento all’odio.
La legge è stata promulgata prima dell’acquisizione della piattaforma di social media X Corp. da parte di Musk, che l’ha acquistata in un affare del valore di oltre 40 miliardi di dollari.
Oltre alla sua critica a Trump, Markus ha espresso insoddisfazione per le politiche fiscali di Biden. Ha suggerito che i sostenitori della tassazione dei miliardari mancano di intelligenza. Ha scritto,
“Joe Biden pensa che siate stupidi (e per essere onesti, tutti quelli che hanno premuto il pulsante “mi piace” su questo post lo sono). Biden ha aumentato il debito nazionale di 3,7 trilioni di dollari durante il suo mandato di presidente, più di quanto valgano tutti i miliardari degli Stati Uniti messi insieme”.
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Il campo di battaglia della libertà di parola
Il dibattito sulla libertà di parola sulle piattaforme dei social media ha attirato l’attenzione di diversi individui. Tra questi, l’imprenditore miliardario Mark Cuban. Egli ha sostenuto che, sebbene tecnicamente tutti abbiano accesso alle piattaforme, la vasta influenza di Musk lo distingue.
Cuban ha dichiarato,
“È il proprietario della piattaforma, può fare ciò che vuole. Ma è falso dire che Twitter è la casa della libertà di parola quando lui sceglie di mettere spesso il suo pollice sulla bilancia della portata”.
La X Corp. di Musk ha spostato le sue tattiche dalle pressioni sui politici alle cause contro lo Stato, un cambiamento notevole per l’azienda. Prima dell’acquisizione da parte di Musk, Twitter non era nota per aver speso milioni per influenzare i legislatori. Né ricorreva a dure sfide legali per opporsi aggressivamente a determinate leggi.
Quest’anno, tuttavia, X ha speso più di 500.000 dollari complessivamente in attività di lobbying a livello federale e statale. Secondo i registri pubblici, si è concentrata in particolare sulla proposta di legge di Gabriel.
Il discorso avviato dalle battaglie legali di Markus e Musk evidenzia la tensione in atto tra libertà di parola, piattaforme di social media e politiche governative. Con il proseguire del dibattito, il ruolo delle figure influenti nel plasmare l’opinione pubblica e le politiche diventa sempre più significativo.
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