Bybit sta riprendendo le operazioni in India dopo essersi registrata in conformità con le normative locali e aver pagato una multa di 1 milione USD. L’exchange aveva temporaneamente lasciato il paese a gennaio, citando i cambiamenti nei requisiti di licenza.
Recentemente, figure politiche indiane hanno sostenuto la liberalizzazione delle leggi crypto del paese, e Bybit vuole contribuire. Si è unita a un’associazione locale Web3 e ha collaborato con società blockchain in diverse università importanti.
Bybit ritorna in India
Bybit, il secondo exchange di criptovalute più grande in termini di volume di scambi giornalieri, sta riprendendo i servizi in India. L’azienda aveva temporaneamente sospeso i servizi di trading nel paese circa un mese fa, citando cambiamenti normativi.
In particolare, l’Unità di Intelligence Finanziaria dell’India (FIU-IND) ha richiesto che Bybit ottenesse una licenza per dimostrare la conformità e pagasse una tassa di 1 milione USD. Secondo un nuovo comunicato stampa, questo è stato ora raggiunto:
“Bybit è impegnata a operare all’interno del quadro normativo dell’India e prende seriamente i suoi obblighi di conformità. Abbiamo lavorato diligentemente con la FIU-IND per affrontare le loro preoccupazioni e garantire la piena adesione alla Legge sulla Prevenzione del Riciclaggio di Denaro (“PMLA”) e alle normative associate,” ha affermato il comunicato stampa.
Il CEO di Bybit ha anche condiviso questi sviluppi sui social media. Questo è uno sviluppo piuttosto positivo per l’exchange di criptovalute, poiché l’India rimane uno dei suoi mercati chiave in Asia.
Inoltre, Bybit continua ad affrontare diversi ostacoli normativi in tutto il mondo. A novembre, il Giappone ha avvertito Bybit di registrare le sue operazioni, e i clienti in Francia non possono più ritirare alcun asset.
Tuttavia, Bybit non è l’unico exchange con controversie con l’India. Binance recentemente doveva al governo indiano 85 milioni USD in tasse, e altri exchange come WazirX hanno affrontato un controllo simile.
Inoltre, l’attuale governo non sembra avere una visione molto pro-crypto. L’anno scorso, i regolatori indiani hanno fortemente sostenuto il divieto di Bitcoin e altri asset per favorire la CBDC del paese.
Tuttavia, questo atteggiamento potrebbe cambiare. All’inizio di questa settimana, il Segretario agli Affari Economici dell’India ha suggerito di allentare le restrizioni crypto del paese, affermando che i cryptoasset “non credono nei confini”.
“Bybit si registra ufficialmente presso il regolatore finanziario indiano e risolve le multe pendenti. Licenza operativa completa prevista a breve. Un altro successo per l’adozione delle crypto in India, ma preparatevi a quella dolce tassa del 30% + 1% TDS,” ha scritto Budhil Vyas, un influencer crypto locale.
L’industria sta crescendo notevolmente in tutto il mondo, e l’India non vuole perdere l’occasione. Questo potrebbe spiegare il rapido ritorno di Bybit.
In ogni caso, è difficile prevedere cambiamenti politici di grande portata da qui. Per ora, Bybit è tornata in attività e sta portando avanti alcune iniziative per raggiungere la comunità crypto indiana.
Queste includono la collaborazione con diverse società blockchain universitarie, diventare membro della Bharat Web3 Association, condurre workshop e hackathon, e altro ancora.
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