L’ex CEO di Binance, Changpeng Zhao, è coinvolto in un procedimento legale per violazione delle norme antiriciclaggio negli Stati Uniti. Ha pregato il suo team legale di tornare nella sua casa negli Emirati Arabi Uniti prima della sentenza.
Zhao, che ha rinunciato alla sua posizione di CEO dopo essersi dichiarato colpevole, rischia potenzialmente il carcere e significative sanzioni finanziarie.
Changpeng Zhao di Binance vuole tornare a casa
Il legale di Changpeng Zhao ha chiesto al giudice distrettuale degli Stati Uniti Richard Jones di mantenere le condizioni di cauzione autorizzate dal magistrato statunitense Brian Tsuchida. Tali condizioni consentirebbero a Zhao, cittadino degli Emirati Arabi Uniti e del Canada, di lasciare gli Stati Uniti in attesa della sentenza del 23 febbraio 2024.
Zhao ha pagato una considerevole cauzione di 175 milioni di dollari come parte del suo impegno ad affrontare le accuse.
Il Dipartimento di Giustizia, tuttavia, ha espresso preoccupazione riguardo al potenziale rischio di fuga di Zhao. L’agenzia federale ha sottolineato la mancanza di un trattato di estradizione tra gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi Uniti.
In effetti, i pubblici ministeri stanno facendo pressione per annullare la decisione di far viaggiare Zhao all’estero. Date le sue ampie risorse finanziarie, sostengono che assicurare il ritorno di Zhao per la sentenza potrebbe essere difficile.
“Nella stragrande maggioranza dei casi, un imputato multimiliardario che si è dichiarato colpevole, rischia una possibile pena detentiva e vive in un Paese che non estrada i suoi cittadini negli Stati Uniti verrebbe trattenuto”, hanno dichiarato gli avvocati.
Tuttavia, i rappresentanti legali di Zhao sostengono che egli ha dimostrato responsabilità presentandosi volontariamente negli Stati Uniti. Sostengono che il suo ritorno negli Emirati Arabi Uniti gli permetterebbe di preparare la famiglia all’imminente sentenza. Sorprendentemente, il giudice Tsuchida sembra essere d’accordo.
In un recente documento, il giudice Tsuchida ha sostenuto che le azioni di Zhao “parlano più delle preoccupazioni”. Sostiene che Zhao non aveva alcun obbligo di recarsi negli Stati Uniti, ma lo ha fatto perché il suo intento era “risolvere il caso, non scappare”.
“Sulla base di tutti i fatti rilevanti, includendo l’autoconsegna volontaria del signor Zhao, la sua intenzione di risolvere il caso e la considerevole cauzione da lui proposta, il giudice Tsuchida ha ritenuto che il signor Zhao non presenta alcun rischio di fuga, anche se risiede negli Emirati Arabi Uniti”, si legge nel documento.
Il coinvolgimento di Changpeng Zhao nella mancata implementazione da parte di Binance di un efficace programma antiriciclaggio ha portato a ripercussioni sostanziali. Le autorità statunitensi hanno accusato l’azienda di aver violato le leggi antiriciclaggio e sulle sanzioni, non riportando oltre 100.000 transazioni sospette, includendo rapporti con entità che gli Stati Uniti etichettano come organizzazioni terroristiche.
“A questo proposito, sono orgoglioso di sottolineare che nelle nostre risoluzioni con le agenzie statunitensi non si sostiene che Binance abbia sottratto fondi agli utenti e non si sostiene che Binance si sia impegnata in alcuna manipolazione del mercato. I fondi sono SAFU”, ha dichiarato Zhao.
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Nell’ambito del patteggiamento, Binance dovrà pagare oltre 4,3 miliardi di dollari alla Commodity Futures Trading Commission statunitense. La richiesta di Zhao di tornare in patria rimane controversa e si profila una potenziale condanna fino a 18 mesi di carcere.
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