Gli analisti guardano oltre il prezzo di Bitcoin mentre Tom Lee segnala un cambiamento strutturale

Il prezzo di Bitcoin domina ancora i titoli principali, ma tra analisti e strategist istituzionali, l’attenzione si sta silenziosamente spostando altrove.

Invece di discutere se Bitcoin possa recuperare uno slancio rialzista nel breve termine, gli osservatori del mercato si concentrano sempre più su una questione più profonda: i segnali strutturali che un tempo guidavano in modo affidabile il ciclo quadriennale di Bitcoin stanno iniziando a incrinarsi?

Gli analisti non guardano più al prezzo di Bitcoin mentre i segnali di domanda peggiorano silenziosamente

Questo cambiamento avviene sullo sfondo di indicatori di domanda in calo, flussi in entrata sugli exchange in aumento e una crescente divisione tra gli analisti.

Da un lato, alcuni ritengono che Bitcoin stia entrando in una tradizionale correzione post-massimo. Dall’altro, altri sostengono che la principale crypto potrebbe essersi affrancata dal suo ciclo storico.

L’analista Daan Crypto Trades sostiene che il comportamento recente del prezzo abbia già messo in discussione una delle assunzioni stagionali più affidabili su Bitcoin.

“BTC. Guardando al futuro, il primo trimestre è generalmente un buon periodo per Bitcoin, ma anche il quarto trimestre lo era, e questa volta non è andata così. Non c’è dubbio che il 2025 sia stato un anno molto caotico. Enormi afflussi e accumulo da parte dei treasury, controbilanciati dalle grandi balene OG e delle vendite dovute al ciclo quadriennale. Nel primo trimestre 2026 Bitcoin avrà l’occasione di mostrare se il ciclo quadriennale persiste o meno”, ha scritto.

Più che segnalare una rottura definitiva, questa sotto-performance suggerisce attrito. Gli afflussi negli ETF e l’accumulazione corporativa vengono assorbiti dalla distribuzione degli holder di lungo termine, attenuando l’impatto che una volta questi afflussi avevano sul prezzo di BTC.

Questa tensione strutturale è visibile anche nei dati del mercato spot USA. Secondo Kyle Doops, il Coinbase Bitcoin premium, usato spesso come indicatore della domanda istituzionale americana, è rimasto negativo per un periodo prolungato.

Il messaggio non è di capitolazione, ma di esitazione: i capitali ci sono, ma non sono disposti a inseguire il mercato.

I flussi sugli exchange indicano distribuzione, non accumulo

I dati on-chain evidenziano la necessità di interpretare con cautela, dato che gli afflussi sugli exchange di Bitcoin sono aumentati fino a livelli tipici di comportamento di fine ciclo.

“I flussi mensili sugli exchange sono saliti a 10,9 miliardi di dollari, il livello più alto da maggio 2021. Flussi così elevati sugli exchange segnalano una pressione di vendita aumentata, poiché gli investitori spostano gli asset sugli exchange per liquidare posizioni, prendere profitto o coprirsi da ribassi. Questo costituisce un’ulteriore prova di un top di mercato e dell’inizio di un bear market, in un contesto di accentuata volatilità”, ha dichiarato l’analista Jacob King.

Storicamente, picchi simili sono coincisi più con fasi di prese di profitto che con periodi di accumulazione iniziale.

L’analista on-chain Ali Charts sostiene che, nonostante i cambiamenti strutturali, la simmetria temporale di Bitcoin resti sorprendente.

“I cicli di prezzo di Bitcoin hanno seguito uno schema sorprendentemente coerente, sia in termini di tempistiche sia di ampiezza. Storicamente, servono circa 1.064 giorni dal minimo di mercato al massimo di mercato e circa 364 giorni dal massimo al prossimo minimo”, ha scritto, spiegando in dettaglio come i cicli precedenti abbiano rispettato da vicino questo ritmo.

Se tale schema dovesse persistere, l’analista suggerisce che il mercato si trovi ora all’interno della propria finestra correttiva. I precedenti ribassi storici implicherebbero ulteriori discese prima di un rinnovamento sostenibile.

A livello istituzionale, le visioni divergono ma senza degenerare nel caos. Sean Farrell, responsabile della Crypto Strategy di Fundstrat, riconosce le pressioni di breve periodo ma mantiene una visione rialzista di lungo termine.

“Bitcoin si trova attualmente in una terra di nessuno dal punto di vista valutativo”, ha detto Farrell, citando i deflussi dagli ETF, vendite da parte dei primi detentori, pressione dei miner e incertezza macro. Tuttavia, ha aggiunto: “Mi aspetto ancora che Bitcoin ed Ethereum sfidino nuovi massimi storici entro la fine dell’anno, mettendo così fine al tradizionale ciclo quadriennale con un bear market più breve e contenuto”.

Il dibattito sul ciclo è ora istituzionale

Questa possibilità è condivisa anche da Tom Lee, la cui opinione è stata ripresa in molti commenti nel settore crypto, suggerendo che Bitcoin romperà presto il suo ciclo quadriennale.

Jurrien Timmer di Fidelity assume la posizione opposta. Secondo Lark Davis, Timmer ritiene che il picco di ottobre di Bitcoin abbia rappresentato sia un massimo di prezzo che temporale, prevedendo che “il 2026… sarà un anno di discesa” e che il supporto si formerà nella fascia tra $65.000 e $75.000.

Queste prospettive contribuiscono a spiegare perché gli analisti non sono più concentrati solo sul prezzo di Bitcoin. Il prossimo movimento della crypto pioniera potrebbe non stabilire chi aveva una visione rialzista o ribassista, ma piuttosto determinare se lo schema che ha definito il suo mercato per oltre un decennio sia ancora valido.