L’amministrazione Trump sta valutando un piano post-bellico per Gaza che utilizzerebbe criptovalute e un sistema di terreni tokenizzati per trasferire e rialloggiare i residenti palestinesi sotto un potenziale controllo statunitense.
I terreni tokenizzati verrebbero poi venduti agli investitori per finanziare la ricostruzione della regione. La notizia ha attirato pesanti critiche da parte dei gruppi per i diritti civili.
SponsoredIl controverso piano GREAT Trust a Gaza provoca indignazione
La Casa Bianca sta sviluppando un piano per Gaza che utilizzerebbe terreni tokenizzati e token digitali per rialloggiare e trasferire i residenti.
Domenica, The Washington Post ha pubblicato un documento di 38 pagine che delinea il piano. Il documento, intitolato “Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Transformation (GREAT) Trust,” presuppone che il territorio sarà posto sotto un mandato fiduciario statunitense per almeno un decennio, il che comporterebbe lo spostamento di due milioni di residenti di Gaza.
Il documento descrive il trasferimento del piano come “volontario” perché darebbe ai gazani un token specializzato per il loro terreno. Questi token potrebbero poi essere scambiati per un appartamento in una nuova “smart city” o per il trasferimento in un’altra area.
Secondo il piano, i gazani riceverebbero sussidi per alloggi temporanei e cibo per un massimo di quattro anni.
Il piano sarebbe finanziato dalla vendita dei terreni agli investitori interessati alla ricostruzione del territorio. La proposta stessa suggeriva 10 mega progetti, tra cui “La Elon Musk Smart Manufacturing Zone” e la “Gaza Trump Riviera & Islands.”
The Washington Post ha anche collegato i creatori della proposta ai leader della controversa Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione supportata dagli Stati Uniti e da Israele.
Sebbene i rapporti abbiano anche notato che il Boston Consulting Group (BCG) abbia contribuito alla pianificazione finanziaria, BCG ha precedentemente negato queste affermazioni.
Sponsored“Le recenti notizie dei media hanno travisato il ruolo di BCG nella ricostruzione post-bellica di Gaza. Due ex partner hanno avviato questo lavoro, anche se al partner principale è stato categoricamente detto di non farlo. Questo lavoro non era un progetto BCG. È stato orchestrato e gestito segretamente al di fuori di qualsiasi ambito o approvazione di BCG,” ha dichiarato in un comunicato stampa di luglio.
La proposta ha già scatenato indignazione tra i gruppi per i diritti civili. Ha persino provocato una risposta da parte di un funzionario di Hamas, Basem Naim, che ha risposto che “Gaza non è in vendita.”
Blair, Trump e Kushner in colloqui post-bellici
Trump non è stato l’unico politico di alto profilo coinvolto nella proposta di ricostruzione di Gaza.
A luglio sono emerse notizie secondo cui il think tank dell’ex Primo Ministro britannico Tony Blair stava lavorando a un progetto simile. Il piano era apparentemente allineato con l’idea originale di Trump di trasformare il territorio palestinese in un resort.
Mercoledì scorso, Blair ha partecipato a un incontro alla Casa Bianca con Trump e suo genero, Jared Kushner, per discutere i piani per la Gaza post-bellica. I contenuti dell’incontro non sono ancora stati resi pubblici.