Tether sembra emergere come re nella corsa alle stablecoin, in gran parte influenzata dalla geografia e dalle normative. Mentre gli Stati Uniti esercitano ulteriori pressioni sulle società di criptovalute, il resto del mondo ha deciso quale stablecoin utilizzare per le transazioni in dollari.
L’USDT di Tether sta diventando la stablecoin standard globale ancorata al dollaro, soprattutto grazie alle autorità di regolamentazione statunitensi che la stanno spingendo all’estero.
Battaglia tra pesi massimi per il re delle stablecoin: Tether vs Circle
Dalla metà del 2022 si è accentuata la divergenza tra le due principali stablecoin, USDT e Circle USDC. Nel giugno di quell’anno, la differenza tra le loro scorte in circolazione era di soli 10 miliardi di dollari.
Oggi la differenza è di oltre 65 miliardi di dollari e la divergenza è in aumento. Che cosa è successo?
La capitalizzazione di mercato di Tether è salita alla cifra record di 90 miliardi di dollari, mentre quella di Circle è scesa a poco più di 24 miliardi di dollari. Tether detiene ora una quota di mercato delle stablecoin pari a quasi il 70%, mentre quella di Circle si è ridotta ad appena il 18%.
Il 5 dicembre, il socio generale di Dragonfly Rob Hadick ha commentato questa divergenza, includendo i volumi di scambio.
Ha notato che i volumi di USDT sono nove volte superiori a quelli di USDC, il che “rende chiaro come questi token servano oggi casi d’uso diversi”.
“I trader al di fuori delle aziende regolamentate degli Stati Uniti e del Regno Unito e, sempre più spesso, i mercati emergenti utilizzano USDT come meccanismo di transazione”.
Il caso d’uso principale di USDC oggi sembra essere molto più legato alla detenzione di valore o alla fuga verso la sicurezza per le aziende con sede negli Stati Uniti.
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La storia di USDT, che viene utilizzato in tutto il mondo per le transazioni in dollari, è “significativamente più positiva”, ha pubblicizzato.
Circle ha fatto diversi passi avanti nei mercati asiatici, come Singapore e Giappone. Tuttavia, è ancora considerata una stablecoin istituzionale statunitense e il suo utilizzo è limitato in quanto tale. D’altro canto, Tether è diventata la stablecoin al dettaglio per i mercati emergenti che vogliono liquidità in dollari.
Man mano che lo Zio Sam stringe le viti sulle società di criptovalute, i vincitori saranno quelli che sposteranno gli obiettivi all’estero. Chi perderà saranno gli stessi Stati Uniti.
Prospettive dell’ecosistema delle stablecoin
Le due principali stablecoin detengono una quota di mercato combinata dell’88%, lasciando poco spazio alle alternative.
La Binance USD (BUSD), un tempo competitiva, è stata schiacciata dalle autorità di regolamentazione statunitensi e ora detiene l’1,2% del mercato, mentre viene gradualmente eliminata.
La decentralizzata DAI è la terza più grande stablecoin, con 5,3 miliardi in circolazione e una quota di mercato del 4%.
Al quarto posto c’è True USD (TUSD), con 2,8 miliardi in circolazione e una quota di mercato di poco superiore al 2%. Gli altri sono dei minuscoli con meno di un miliardo di capitalizzazione di mercato.
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