Deutsche Bank, che vanta quasi un trilione e mezzo di dollari di asset, ha avviato servizi di custodia per le criptovalute dei suoi clienti.
Il colosso bancario di 153 anni si unisce alla schiera di banche come Standard Chartered, BNY Mellon e Societe Generale, che offrono tutte soluzioni di custodia per le criptovalute.
Il nuovo approccio di Deutsche Bank alle criptovalute
Deutsche Bank ha rilasciato una dichiarazione in merito alla sua partnership con la società svizzera di criptovalute Taurus. Questa partnership mira a fornire servizi di custodia di criptovalute e ad occuparsi di asset tokenizzati.
“Poiché si prevede che lo spazio degli asset digitali comprenderà trilioni di dollari di asset, è destinato a essere considerato una delle priorità per gli investitori e le aziende. La nostra attenzione non è rivolta solo alle criptovalute, ma al supporto dei nostri clienti nell’intero ecosistema degli asset digitali. Il nostro design del prodotto e la natura della custodia per i clienti faranno in modo che non ci sia il rischio di contaminare le altre attività della banca”, ha dichiarato Paul Maley di Deutsche Bank.
Vale la pena di notare che la Deutsche Bank aveva partecipato al round di raccolta fondi della Serie B di Taurus per 65 milioni di dollari a febbraio.
Questa settimana è arrivata anche la notizia della collaborazione della londinese HSBC con l’azienda tecnologica di custodia di criptovalute Fireblocks, che vanta precedenti collaborazioni con leader bancari come BNY Mellon e BNP Paribas.
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Sebbene un portavoce abbia chiarito che Deutsche Bank non si sta avventurando immediatamente nel trading di criptovalute, ciò contraddice un’ affermazione contenuta in un documento del World Economic Forum del 2020. È interessante notare che a giugno la banca aveva chiesto una licenza per la custodia di criptovalute in Germania.
Pur essendo storicamente scettica nei confronti delle criptovalute, la banca ha mostrato un interesse costante per la blockchain, sostenendone i vantaggi in diversi articoli dal 2017.
“Semplicemente non consiglierei [il Bitcoin] all’investitore comune”, ha dichiarato Ulrich Stephan, chief strategist di Deutsche Bank.
Il cambiamento di opinione delle banche nei confronti delle criptovalute è stato notevole, anche se graduale. Nel febbraio 2019, Bank of America e JPMorgan Chase & Co. hanno espresso timori sulle criptovalute. L’amministratore delegato di quest’ultima, Jamie Dimon, aveva addirittura dichiarato di aver etichettato il Bitcoin come una “frode”.
Il continuo scetticismo nei confronti della criptovaluta
Nonostante questi passi avanti, agli occhi di molte banche la criptovaluta è ancora una minaccia economica globale. Il crollo di TerraUSD (UST) di Terraform Labs dello scorso anno ha cancellato miliardi dal valore di mercato, aggravato dall’implosione di FTX a novembre. Il successivo “inverno delle criptovalute” ha gettato un’ombra di cautela sulla finanza tradizionale.
A marzo, un incidente inquietante ha messo in luce una crisi bancaria di medio livello negli Stati Uniti, con un crollo dei titoli bancari. Tre banche coinvolte avevano un certo grado di associazione con le criptovalute, offuscando ulteriormente l’immagine delle criptovalute. Silvergate Capital, la banca più cripto-affermativa del trio, era stata un importante finanziatore del settore.
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Oggi le principali istituzioni finanziarie continuano a valutare i rischi associati alle criptovalute. Solo una settimana fa, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha presentato una strategia per limitare gli effetti dannosi delle criptovalute sull’economia globale. Questo serve a ricordare il lungo viaggio che la reputazione delle criptovalute ha ancora davanti a sé.
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