Il regolatore cinese del cambio valuta estera ha introdotto nuove leggi che richiedono alle banche di segnalare transazioni rischiose, incluse quelle che coinvolgono criptovalute.
La State Administration of Foreign Exchange (SAFE) ha emesso un avviso la scorsa settimana, specificando che le banche devono monitorare e segnalare “comportamenti di trading di cambio valuta rischiosi”.
La Cina costringe le banche a segnalare scambi di crypto rischiosi
Secondo l’ultimo rapporto, queste regolamentazioni renderanno più difficile per gli investitori cinesi scambiare Bitcoin e altri asset digitali. Le banche devono segnalare attività di cambio valuta, inclusi il banking sotterraneo, il gioco d’azzardo transfrontaliero e le transazioni finanziarie illegali che coinvolgono criptovalute.
Inoltre, il rapporto specifica che le regole saranno applicabili a tutte le banche cinesi. Le banche ora tracceranno le transazioni basandosi sulle identità degli individui e delle istituzioni coinvolte, la fonte dei fondi e la frequenza delle transazioni.
Questa mossa riflette l’approccio rigoroso della Cina nel regolamentare le attività commerciali crypto. Le criptovalute sono viste come una minaccia alla stabilità finanziaria della nazione.
Liu Zhengyao, avvocato presso lo studio legale ZhiHeng a Shanghai, ha commentato le nuove regolamentazioni su WeChat, secondo il South China Morning Post.
“Le nuove regole forniranno un’altra base legale per punire il trading di criptovalute. Si può prevedere che l’atteggiamento regolatorio della Cina continentale verso le criptovalute continuerà a inasprirsi in futuro.” ha detto Liu.
Liu ha anche notato che la pratica di usare yuan per acquistare criptovalute e poi scambiarle per valute fiat estere potrebbe ora essere considerata un “attività finanziaria transfrontaliera che coinvolge criptovalute”, specialmente se l’importo della transazione supera il limite legale.
La posizione anti-crypto della Cina
Dal 2017, la Cina ha limitato il trading di criptovalute e vietato alle banche e ai sistemi di pagamento di gestire asset digitali. A maggio 2021, la Banca Popolare Cinese (PBOC) ha dichiarato illegali tutte le transazioni che coinvolgono Bitcoin e altre criptovalute.
Nonostante la sua posizione anti-crypto, la Cina possiede più di 190.000 BTC. Questo la rende il secondo più grande detentore governativo di Bitcoin, dopo gli Stati Uniti. La Cina ha acquisito gli asset attraverso sequestri legati ad attività di trading illegali.
Interessante, Justin Sun, fondatore della blockchain Tron, ha esortato la Cina ad adottare un approccio più lungimirante alla politica sulle criptovalute a luglio 2024.
“La Cina dovrebbe fare ulteriori progressi in questo settore. La competizione tra Cina e Stati Uniti nella politica su Bitcoin beneficerà l’intera industria,” ha detto Sun.
Più recentemente, un tribunale cinese ha stabilito che i cryptoasset hanno “attributi di proprietà,” e la legge cinese non li vieta del tutto. Tuttavia, queste protezioni esistono solo per le crypto come merce, non come valuta o strumento commerciale.
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