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Il Giappone si prepara a una modifica su larga scala delle politiche crypto

3 min
Aggiornato da: Oihyun Kim

In breve

  • La FSA propone di spostare le crypto a una tassa fissa del 20%, allineandola alle azioni.
  • Le riforme legali classificherebbero le crypto come prodotti finanziari e consentirebbero gli ETF.
  • Le istituzioni come Nomura segnalano la loro prontezza per un'esposizione regolamentata alle crypto.
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L’Agenzia dei Servizi Finanziari del Giappone (FSA) sta preparando cambiamenti radicali al suo quadro normativo sugli asset digitali. I cambiamenti, che combinano riforme fiscali e aggiornamenti normativi, potrebbero introdurre fondi negoziati in borsa (ETF) legati alle criptovalute.

L’iniziativa segnala l’intenzione del Giappone di integrare le crypto nella finanza tradizionale e attrarre investimenti più ampi.

Tasse sotto revisione

Il pacchetto di riforme, riportato a livello nazionale, include due parti chiave. In primo luogo, consiste nella revisione del codice fiscale che sposterebbe le crypto dalla tassazione complessiva alla stessa categoria delle azioni. In secondo luogo, include un emendamento legale che riclassifica le crypto come prodotto finanziario, consentendo alla FSA di applicare regole di insider trading, standard di divulgazione e protezioni per gli investitori ai sensi della Financial Instruments and Exchange Act.

Attualmente, il Giappone tassa i guadagni crypto come “redditi vari”, con aliquote progressive che possono superare il 50% una volta incluse le imposte locali. In alternativa, azioni e obbligazioni sono soggette a un’imposta fissa del 20%.

Secondo Nikkei, la FSA ha proposto di spostare le crypto in quel sistema del 20% nell’anno fiscale 2026. Gli investitori potrebbero anche riportare le perdite per tre anni. I funzionari credono che la parità con le azioni ridurrà il carico per gli investitori e aumenterà l’attività di mercato.

Cambiamento normativo per abilitare gli ETF

Il secondo pilastro della FSA prevede la modifica della legge sui titoli per classificare le crypto come prodotto finanziario. Questo aprirebbe la strada agli ETF crypto, inclusi i fondi su Bitcoin spot, che rimangono non disponibili in Giappone. Gli osservatori sostengono che gli ETF potrebbero fornire opzioni accessibili e regolamentate per gli investitori, migliorando la trasparenza del mercato.

Secondo BeInCrypto, l’agenzia prevede anche una ristrutturazione interna, creando un ufficio dedicato alla finanza digitale e alle assicurazioni. Ciò riflette come le crypto siano diventate intrecciate con i sistemi finanziari più ampi, richiedendo una supervisione coerente.

La storia del Giappone con le crypto illustra sia il rischio che la resilienza. Nel 2014, Mt. Gox, con sede a Tokyo, gestiva oltre il 70% delle transazioni globali di Bitcoin prima di crollare. I regolatori hanno incorporato le lezioni di quella crisi nei quadri normativi più rigidi di oggi.

Il numero di wallet di custodia in Giappone. Fonte: JVCEA

Da allora, il momentum si è spostato verso una crescita misurata ma costante. Il Vicepresidente della Japan Crypto Business Association, Shiraishi, ha documentato l’espansione del mercato globale da 872 miliardi di dollari a 2,66 trilioni di dollari. In confronto, il volume di scambi domestici del Giappone è avanzato da 66,6 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede che raddoppi a 133 miliardi di dollari. Questo sottolinea che mentre l’adozione aziendale sta accelerando, la partecipazione retail rimane contenuta.

L’88% dei cittadini non ha mai posseduto Bitcoin

Un sondaggio del Cornell Bitcoin Club, citato da DocumentingBTC, ha rilevato che l’88% dei residenti giapponesi non ha mai posseduto Bitcoin. Gli analisti suggeriscono che i carichi fiscali e l’incertezza normativa hanno scoraggiato un’adozione più ampia da parte delle famiglie. Le riforme della FSA mirano a superare queste barriere semplificando il trattamento fiscale e fornendo strutture ETF affidabili.

L’interesse istituzionale, tuttavia, è in aumento. Un sondaggio congiunto di Nomura Holdings e Laser Digital ha rivelato che il 54% degli investitori istituzionali giapponesi prevede di investire in asset crypto entro tre anni, con il 62% che cita i benefici della diversificazione. La FSA ha anche pubblicato i risultati, notando allocazioni preferite del 2-5% degli asset in gestione. I risultati evidenziano la prontezza tra i principali attori finanziari ad abbracciare gli ETF una volta che le condizioni normative lo consentiranno.

Le riforme si allineano con l’agenda del “Nuovo Capitalismo” del Giappone, che enfatizza la crescita guidata dagli investimenti. Chiarendo il quadro legale e riducendo i carichi fiscali, i funzionari sperano di incoraggiare le famiglie a trattare gli asset digitali come parte di portafogli a lungo termine piuttosto che come scommesse puramente speculative.

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Dopo aver svolto un tirocinio presso un'azienda nazionale di media blockchain mentre era iscritto all'università in relazioni internazionali, ha lavorato come stagista presso due aziende di scambio di criptovalute straniere. Attualmente, come giornalista, si concentra sul mercato giapponese degli asset crittografici, con analisi sia tecniche che fondamentali. Scambia asset crittografici dal 2021 e si interessa di questioni economiche e sociali.
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