Paul Grewal ha criticato The New York Times per quella che, secondo lui, è una narrazione fuorviante riguardo all’apparente ritiro della Securities and Exchange Commission (SEC) dall’enforcement sulle crypto.
Il CLO (Chief Legal Officer) di Coinbase sostiene che lo stesso articolo del giornale contraddice il suo titolo e la narrazione più ampia.
SponsoredIl CLO di Coinbase Paul Grewal respinge la narrazione del NYT sull’applicazione delle norme crypto da parte della SEC
In un post su X (ex Twitter), Grewal ha messo in evidenza una dichiarazione importante presente nella versione online dell’inchiesta pubblicata dal Times il 14 dicembre riguardo al cambiamento di posizione della SEC verso gli asset digitali, dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca nel gennaio 2025.
Secondo l’articolo, i giornalisti non hanno trovato “alcuna indicazione che il presidente o la Casa Bianca abbiano fatto pressioni sulla SEC per adottare un atteggiamento più morbido verso specifiche società crypto” e “non hanno trovato prove che queste aziende abbiano cercato di influenzare i casi contro di loro attraverso donazioni o legami commerciali con la famiglia Trump”.
“Apprezzo la sincerità del giornalista nei commenti alla versione online della storia,” ha scritto Grewal. “Dimostra che il titolo e la narrazione complessiva sono ancora più distorti.”
L’inchiesta del Times ha documentato un netto calo delle azioni di enforcement sulle crypto da parte della SEC durante il secondo mandato di Trump.
Il report ha rilevato che l’agenzia ha allentato la presa su oltre il 60% dei casi relativi alle crypto ereditati, sospendendo o abbandonando le cause contro diverse società di alto profilo. Tra queste, Gemini, gestita dai gemelli Winklevoss, e Binance, il cui caso è stato archiviato completamente.
Il giornale ha descritto questo arretramento come insolito, sottolineando che è raro che la SEC si ritiri così estesamente dall’enforcement contro un intero settore.
Sponsored SponsoredAnche se l’articolo ha notato che alcune delle società che hanno beneficiato di questa situazione avevano dirigenti o affiliati che avevano donato all’organizzazione politica di Trump, allo stesso tempo ha dichiarato che non sono emerse prove di intervento presidenziale o di influenze improprie.
Anche la SEC ha respinto le accuse di favoritismi, affermando che a guidare il cambiamento nell’enforcement sono state considerazioni giuridiche e di policy. Queste riflessioni comprendono dubbi sull’autorità dell’agenzia su una parte significativa del mercato crypto.
Secondo i critici il rallentamento dell’applicazione delle norme della SEC era prevedibile e non motivato politicamente
La critica di Grewal si inserisce in una più ampia reazione da parte di commentatori di policy crypto, secondo i quali il Times non ha fornito il necessario contesto storico.
Alex Thorn, responsabile della ricerca globale di Galaxy, sostiene che la storia si basa sul presupposto sbagliato che la precedente amministrazione adottasse una politica di enforcement aggressiva considerata la norma da parte delle autorità di regolamentazione.
Sponsored SponsoredThorn spiega che la SEC durante l’era Biden ha promosso interpretazioni nuove e altamente contestate delle leggi sui titoli per perseguire un enforcement esteso contro le società crypto, un approccio che ha incontrato:
- Anni di critiche bipartisan,
- Ripetute sfide legali, e
- Pubbliche dissociazioni dei commissari repubblicani Hester Peirce e Mark Uyeda.
Quando questi commissari, dopo le dimissioni di Gary Gensler a gennaio, sono passati da una posizione di minoranza dissenziente a quella di maggioranza, Thorn sostiene che l’inversione della policy fosse del tutto prevedibile.
Sponsored“Non è affatto ‘irregolare’ che la SEC abbandoni questi casi,” ha scritto Thorn in un post separato. “Se cambi i presupposti fondamentali, è ovvio che anche i casi che vi si basavano debbano cadere.”
Il Times ha riconosciuto che gli attuali commissari repubblicani della SEC si sono opposti a molte cause sulle crypto già molto prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Tuttavia, i critici sostengono che questo contesto sia stato oscurato da una narrazione che suggeriva scorrettezze politiche senza offrire prove concrete.
La disputa evidenzia un crescente divario tra la copertura dei media tradizionali e l’interpretazione dell’industria crypto riguardo ai cambiamenti regolatori a Washington.
Ora che la SEC si sta allontanando da una regolamentazione per enforcement, a favore di regole più chiare, il dibattito mette in luce una domanda centrale per la policy crypto negli Stati Uniti: se le evoluzioni giuridiche e filosofiche interne all’agenzia possano essere distinte con precisione dall’influenza politica nel dibattito pubblico.