Il presidente Donald Trump ha presentato una causa per diffamazione da $15 miliardi contro il New York Times, sostenendo che i suoi reportage abbiano danneggiato il suo marchio personale, la sua azienda mediatica e la sua meme coin basata su Solana.
Il caso, presentato lunedì in un tribunale federale della Florida, intensifica l’offensiva legale di Trump contro i principali media statunitensi.
SponsoredTrump accusa il Times di diffamazione e bias elettorale
Trump sostiene che il New York Times abbia abbandonato gli standard giornalistici e agito come “un portavoce a tutto tondo del Partito Democratico.” Cita articoli, endorsement e il libro Lucky Loser dei giornalisti Susanne Craig e Russ Buettner. La causa nomina anche quattro giornalisti del Times, insieme all’editore Penguin Random House, che Trump definisce “falsi, maliziosi e diffamatori.”
Sostiene che i reportage abbiano causato gravi perdite al Trump Media & Technology Group e abbiano minato la fiducia nei suoi progetti crypto. Trump Media, dove il presidente è l’azionista di maggioranza, gestisce la sua piattaforma Truth Social e ha recentemente investito pesantemente in criptovalute.
In un post su Truth Social, ha affermato che il “degenerato” Times ha adottato “un metodo di menzogna decennale” su di lui, la sua famiglia e il movimento MAGA.
Il reclamo accusa il Times di interferenza elettorale, indicando il suo endorsement in prima pagina di Kamala Harris durante la campagna del 2024. Sostiene anche che l’uscita del libro sia stata intenzionalmente sincronizzata con il trailer del film The Apprentice, provocando un forte calo del prezzo delle azioni di Trump Media.
La causa continua l’aggressiva azione legale di Trump contro le aziende mediatiche. Recentemente ha citato in giudizio il Wall Street Journal e Rupert Murdoch, l’anchor di ABC George Stephanopoulos e il programma 60 Minutes di Paramount. Gli accordi hanno superato i $15 milioni, con Paramount che ha pagato $16 milioni a luglio.
Il Times ha respinto le accuse.
Un portavoce ha dichiarato: “Questa causa non ha alcun fondamento. È un tentativo di soffocare e scoraggiare il reportage indipendente. Il New York Times non sarà scoraggiato da tattiche di intimidazione.”
La meme coin di Trump affronta il collasso
La causa collega esplicitamente il danno reputazionale al suo progetto di meme coin, lanciato su Solana a gennaio, poco prima della sua inaugurazione. La moneta ufficiale di Trump inizialmente è balzata sopra i $40 ma da allora è scesa bruscamente, ora scambiata intorno a $8,63 con volumi giornalieri vicini a $175 milioni—un calo di quasi l’80% dal suo picco iniziale.
Il token di Melania ha avuto una performance ancora peggiore, crollando dai massimi di lancio di diversi dollari a soli $0,20 a metà settembre 2025. Con un volume di scambi giornaliero di soli $5,5 milioni, riflette una liquidità molto più debole e un interesse degli investitori diminuito rispetto alla moneta di Trump.
Nonostante il calo, Trump e i suoi figli avrebbero guadagnato $6 miliardi dal lancio del token WLFI di World Liberty Financial e ulteriori $620 milioni da partecipazioni in asset digitali più ampie.
Gli esperti stimano che le crypto ora costituiscano il 9% della fortuna di $6 miliardi di Trump, mentre il settore immobiliare è sceso a circa la metà.